Ci guardammo, si. E in quell’eterno attimo riuscii a scorgere nei suoi occhi la sorpresa e l’emozione… forse il suo era lo stesso sguardo che avevo anch’io. I suoi occhi esprimevano tutto quello che le parole non sarebbero mai riuscite a dire. In quei profondi abissi azzurri potevo vedere il fuoco gelare e il ghiaccio ardere.
Rimanemmo lì, inchiodati, a guardarci, a studiarci, a spiare i nostri volti per non so quanto tempo. E tutto senza dire una parola.
Di solito il silenzio tra due persone che si sono appena incontrate è imbarazzante…ma quello no, non lo era. Quel silenzio era il suono dell’emozione che nasce nel petto, si espande lungo tutto il tuo corpo, trapela dalla pelle e poi esplode in un fremito impercettibile attraverso gli occhi. Purtroppo non poteva durare in eterno…uno di noi due si sarebbe dovuto decidere a parlare. Lo feci io.
<< Ehm…Come va?>>
Lui non mi rispose subito, rimase qualche altro secondo a guardarmi negli occhi e poi, quasi si stesse svegliando solo in quel momento, parlò:
<< Mai stato meglio…sai… vorrei farti qualche complimento…ma “sei bellissima” mi sembra quasi un’offesa… conosci un termine che supera il concetto di “divino”? Se lo conosci per piacere dimmelo perché voglio ripetertelo…>>
Oddio…oddio…oddio…divina? A me? Me lo aveva detto proprio lui????
Sorrisi, abbassai lo sguardo, ma mi accorsi che oramai guardare i suoi occhi era quasi una necessità…e per questo rialzai subito il volto per continuare a guardarlo…non avevo mai guardato così intensamente qualcuno…lo guardavo quasi come se avessi paura che dovesse sparire da un momento all’altro e fossi ben decisa a fermami la sua immagine nella memoria come un marchio a fuoco…e lui faceva lo stesso con me.
Non sapevo se sentirmi lusingata, imbarazzata, felice, sollevata…in quel momento mi sentivo proprio come quella volta che Fede mise la sua mano sulla mia per tracciare quella retta…mi sentivo me stessa…un piccolo puntino che esprime l’essere perso nell’infinito del tempo…
<< Allora che ti va di fare?>> mi disse lui.
<< Non saprei proprio…hai qualche idea?>>
<< Oh… se qualcuno mi avesse fatto questa domanda dieci minuti fa avrei risposto certamente di si…ma da quando ti ho vista mi si è svuotata completamente la testa….>>
Quella frase mi colpì veramente, e ancora di più perché me la disse con un tono quasi sognante, quasi come se io non lo stessi ascoltando…
Improvvisamente Fede sembrò uscire da una specie di trance, scosse velocemente la testa come per svegliarsi, mi guardò di nuovo e arrossì imbarazzato, come se si fosse reso conto solo ora di avermi detto quella cosa poco prima che in condizioni normali si sarebbe assolutamente tenuto per sé.
<< Allora, che ne dici di andare a fare una passeggiata sul lungo mare…è molto bello a quest’ora>> Sembrava essere tornato in se stesso e il suo tono aveva acquistato sicurezza.
<< Certo…non chiedo di meglio>>
Mi porse il casco, e mi diede la mano per aiutarmi a salire sulla moto…davvero una gran pezzo di moto ( anche se paragonabile neppure lontanamente in bellezza con il padrone…).
Saltai in sella, e mi strinsi a lui mentre accendeva il motore ( forse un po’ troppo stretta e un po’ troppo vicina…ma parliamoci chiaro: quella del tenermi per non cadere era solo una scusa per, in qualche modo, abbracciarlo…)
Fede sapeva guidare davvero bene! La corsa fu piacevole… e breve!
Il lungomare non era poi così lontano e in meno di dieci minuti eravamo già arrivati. Mannaggia! Io volevo stare un altro po’ avvinghiata alla sua schiena!!! Non è giusto!
Comunque lui parcheggiò, spense il motore e si levò il casco, mentre io dietro facevo lo stesso. Tolto il casco dal capo chiusi gli occhi e scossi leggermente la testa per ravvivare i capelli... e quando li riaprì vidi che lui mi guardava sorridendo con aria estasiata…sorrisi anch’io, ma ero imbarazzata e penso di essere visibilmente arrossita.
Lui mi prese il casco dalle mani e lo posò nel baule, poi mi porse la mano per aiutarmi a scendere con un gesto riverente e disse:
<< Mademoiselle permetta…>>
Io risi e accettai il suo aiuto… Diamine! Aveva un accento francese adorabile…
<< Quante lingue sai parlare, Fede?>>
<< Io bhe…l’italiano, l’inglese che mi ha insegnato mio padre e il francese che ho imparato a scuola…e tu?>>
<< L’italiano…a stento…>>
Lui mi guardò sorridendo e poi disse:
<< A stento??? Bhe…non ho ancora dialogato con te abbastanza per sapere come lo parli, ma di sicuro lo scrivi benissimo>>
<< Lo scrivo? E tu che ne sai di come scrivo io…?>>
<< Ehm...mia madre e la tua insegnante d’italiano, Fortuna D’Apice, sono molto amiche , penso che lo sai…>>
Stavo incominciando a capire…
<< Si, lo so. E allora?>>
<< Bhe… Fortuna non è sposata e spesso dopo la scuola passa la giornata a casa mia ed io per caso…diciamo che…bhe... potremmo dire che ho letto dei temi che lei aveva in borsa…>> E dicendo questo la sua voce tradì un leggero imbarazzo.
<< “ per caso”, certo…e potremmo dire che sempre “ per caso” tra quei temi ci fosse anche il mio, vero? E sentiamo… quanti altri temi hai letto?>> dissi scherzando.
Lui arrossì violentemente, mi prese per il braccio e cominciò a camminare lungo il litorale senza rispondere…non mi guardava in viso, chissà a cosa stava pensando…Ma io sono come il Piccolo Principe, che non rinuncia mai ad una domanda, e per questo tornai all’attacco, e sorridendo dissi:
<< Allora, scusa, non ricordo bene quanti altri temi hai detto che hai letto?>>
Lui mi guardò negli occhi e sorrise. Sembrava aver superato l’imbarazzo.
<< Diamine, da te non si scappa, eh?>>
<< uhmm…non si scappa??? Bhe..diciamo che si deve essere molto abili…>>
<< Tanto la verità l’hai capita…>>
<< Verità? Quale verità? La verità non era quella del “per caso” che mi hai detto poco fa?>> e risi divertita nuovamente…
<< Allora…se ti dicessi che ho rotto le scatole a Fortuna un’intera settimana per convincerla a farmi leggere qualche tuo tema, e che una volta che lei me li ha portati mi sono preso la briga di ricopiarli e di leggerli circa dieci volte al giorno, tu cosa faresti?… intendiamoci, non che questa sia la verità, sia chiaro, era solo un’ipotesi…perché io i tuoi temi li ho trovati “per caso”…>>
Gli strinsi la mano, rallentai il passo e mi voltai verso di lui. Fede fece lo stesso. Ci guardammo negli occhi sorridendo alla storia di quel “per caso”. Non so a cosa stesse pensando lui in quel momento, ma io mi chiedevo se quell’angelo che avevo davanti era davvero il diavolo di cui mi aveva parlato Luca.
La sera intanto stava calando, e con essa, anche l’umidità…e improvvisamente un brivido di freddo percosse il mio corpo. Subito dopo mi ritrovai sulle spalle un qualcosa di caldo…il suo giubbotto!
Feci per rifiutare quel gesto, ma lui, quasi intuendo ciò che avevo intenzione di fare, mi strinse il giubbotto sulle spalle con un braccio e mise il dito sul mio naso per zittirmi, e scuotendo la testa con aria non curante disse:
<< Io il freddo non lo soffro mai…>>
Sapevo che non era vero e che mi aveva dato il giubbotto per galanteria, ma dopo quel gesto non avevo più il coraggio di rifiutare la sua cortesia…un po’ mi faceva anche piacere, e mi strinsi addosso quel giubbotto caldo che fino a pochi minuti prima era posato sulle sue larghe spalle. Lo guardai come per dirgli grazie e sfoderai uno de miei sorrisi migliori, quelli che mi facevo allo specchio e che mi ricordavano un’attrice americana. Lui mi guardò in silenzio, poi d’improvviso distolse lo sguardo e si toccò i capelli come se lo avessi sorpreso a fare qualcosa che non avrebbe dovuto fare…non era affatto così: mi piaceva l’idea del suo sguardo posato su di me. Mentre stavo già perdendomi nei miei pensieri di sguardi e corpi sentii cingermi la vita con un gesto sicuro dal suo braccio, che mi strinse dolcemente sul suo fianco mentre continuavamo a camminare con il mare sulla destra e le stelle curiose sopra le nostre teste… mi sentivo davvero bene.
<< Allora…parlami un po’ della tua vita… cosa ti piace fare?>>
Non sapevo cosa rispondere a quella domanda… a dire il vero in quel momento la cosa che mi piaceva di più fare era stare attaccata al suo fianco…ma questo certo non glielo avrei detto!
<< Oh bhe…mi piace molto leggere>>
<< Davvero? Anche a me! Qual è il tuo libro preferito?>>
<< Se te lo dico ridi!>>
<< Ma scherzi..non riderei mai del tuo libro preferito..su dimmi, qual è?>>
Ero sicura che se glielo avessi detto sarebbe scoppiato a ridere come facevano tutti! Non era mica colpa mia se il mio libro preferito era…
<< Harry Potter. Il mio preferito è questo. e il tuo?>> disse lui tutto d’un fiato.
Rimasi di stucco! Davvero il suo libro preferito era Harry Potter? Oddio…
<< Voglio sperare che tu stia scherzando! Harry Potter non può essere il tuo libro preferito…>>
<< Senti, lo so che molti lo considerano un libro per bambini, ma non è così…non posso farci niente se la storia di quel maghetto mi piace da matti. Te lo ho detto perché non pensavo avessi riso di me anche tu…>>
<< Ehi! Un attimo! Calma…stop, stop….Non ti ho chiesto se scherzavi perché Harry Potter è un libro per bambini, ma perché è proprio quello il mio libro preferito…>>
<< No!?!?!>>
<< Eh si invece!>>
<< Ma è stupendo! Penso sia una cosa bellissima avere lo stesso libro preferito in comune!>>
<< Già…e io che non volevo dirtelo perché pensavo fosti stato tu quello a ridere di me…>>
<< I casi della vita…>>
Ridemmo insieme, sorpresi.
<< Parlami tu per primo della tua vita>>
<< Uhmm…non c’è molto da dire…>>
<< …c’è sempre molto da dire sulla vita di una persona…>>
Lui rise; molto probabilmente sorpreso dal fatto che ricordassi quella sua frase.
<< Eh già! Questa frase l’ho già sentita ma non riesco proprio a ricordare dove…>>
Ridemmo ancora. Non potevo immaginare nulla di più bello è più semplice che stare lì con lui a parlare di tutto e di niente. Mi strinsi di più al suo fianco. A lui parve far piacere quel gesto, perché mi sfiorò lievemente il fianco con la mano, per poi risalire e giocare con i miei capelli lunghi che venivano mossi dalla leggera brezza marina della sera.
Buttai un occhio verso il mare, e poi tornai a guardare lui, ma subito distolsi lo sguardo per paura di venire scoperta e le mie guance si colorarono di un rosso impudico…stavo lì con lui, e stavo bene. Questo era tutto ciò che riuscivo a pensare in quel momento…
Mezz’ora dopo camminavamo ancora abbracciati sotto le stelle, e Fede mi aveva già raccontato un po’ di sé: aveva finito l’anno prima gli studi di geometra, gli piaceva giocare a calcio e cantare, cantare specialmente. Anche a Luca piaceva cantare, a volte improvvisava anche canzoncine con Alex e Simone.
<< Vorresti qualcosa?>> questa domanda mi colse di sorpresa e non ne colsi il senso.
<< Qualcosa che?>>
<< Pizza, panino, gelato, patatine, frappè, non so…cosa ti piace?>>
<< Grazie, ma non ho mai appetito a quest’ora>>
<< Sicura?>>
<< Ma certo!>>
<< A che ora ceni di solito?>>
<< Bhe…dipende…a volte alle dieci, a volte alle undici… a volte pranzo direttamente il giorno dopo!>>
<< E i tuoi non dicono nulla che non ceni con loro?>>
<< Ehmm... i miei non ci sono quasi mai a casa per cena. Mio padre lavora a Milano a Piazza Affari, e mia madre ha una boutique d’alta moda. Di solito dopo la chiusura passa sempre da qualche amica per giocare a carte, e torna quando io già dormo>>
<< E non ti rattrista passare tutta al giornata in casa da sola?>>
<< Non sono sola, c’è Luca>>
<< E chi è Luca, tuo fratello?>>
<< No, ma è come se lo fosse. E’ il mio migliore amico, lo conosco da sempre e abita accanto a me>>
<< Ed è con lui che passi la tua giornata>>
<< La maggior parte delle volte si>>
<< Ma tu e Luca, cioè…voglio dire…tra te e lui…non so se hai capito…>>
<< Siamo come fratello e sorella se è questo che vuoi sapere>>
<< Ah>> non so perché ma sembrò molto sollevato.
<< Sai…è un po’ insolito il fatto che una ragazza abbia come migliore amico un ragazzo…>>
<< Già… è vero…hai trovato una delle poche….>>
<< Si… Luca…non mi è nuovo come nome… quanti anni ha?>>
<< Ne ha fatti diciotto la settimana scorsa>>>
<< Ma questo tuo amico frequenterà mica l’Istituto Tecnico?!?!?!>>
<< Ehmm…si perché?>>
<< Perché lo conosco!>>
Merda! Ci mancava solo questa!
<< Oh…davvero?>> Finsi di essere sorpresa e assunsi un atteggiamento rilassato…almeno ci provai…
<< Begli amici che ti vai a scegliere…>>
Ehi, ehi…stop! Non permettevo a nessuno di disprezzare Luca davanti a me, e non avevo intenzione di far eccezione per Federico.
<< Ehm…scusa, cosa vorresti dire con questo?>>
<< No, nulla. Sai non lo conosco di persona, ma di fama…sai lui è uno che con le ragazze….>>
<< Continua la frase per piacere>>
<< Bhe…non so…penso che lo sai se siete amici…bhe…lui è uno che ne cambia molte…diciamo così>>
<< Diciamolo meglio>> Fede era visibilmente in imbarazzo ma io volevo andare fino in fondo a quella storia…cos’erano quelle voci su Luca!
<< Bhe… uno di quelli che comunque in una ragazza cerca solo il…ehm…il sesso>>
Che?!?!?!?!? No! Questa no! Quella situazione era inverosimile!
Fede che mi diceva su Luca le stesse che Luca diceva su Fede…. No!
Come poteva Luca….no, era impossibile, Fede molto probabilmente si confondeva con qualcun altro!
Bhe… pensandoci bene Luca era uno che di ragazze ne cambiava molte…di solito non parlavamo mai delle sue conquiste…e io non sapevo come erano realmente i suoi rapporti con le ragazze… in fondo io avevo un’opinione di Luca basata sul comportamento che lui aveva con me…da amico. Cosa ne sapevo io di come si comportava con le altre ragazze? Era davvero come mi diceva Fede? E perché Luca diceva lo stesso di Fede?
<< Lisa…ehm…tutto bene?>>
<< Oh…si si certo…scusa, ero soprappensiero>>
<< Figurati…vieni, sediamoci su quella panchina!>>
<< Buona idea!>>
Quelle cose su Luca mi avevano davvero sconvolto…comunque era inutile pensarci ora, ne avrei parlato con lui non appena fossi tornata a casa (speravo molto tardi…), certo Luca non mi avrebbe negato la verità…ora era meglio pensare a Fede, però…avevo una domanda da fargli che da un po’ di tempo mi frullava in testa…sarei mai riuscita a fargliela…
<< Ehm…Fede?>>
<< Si, Darling?>>
Darling? Darling! Mi aveva chiamato darling!!! In inglese significa tesoro, vero?
<< Ehmm...vedi…bhe…io mi chiedevo perché…>>
<< Si?>>
<< No, niente>>
<< Voglio saperlo>>
<< L’ho dimenticato>>
<< So che non è vero>>
<< Credilo>>
<< Non è giusto! Voglio sapere di cosa ti chiedevi il perché!>>
<< Ti giuro, non mi ricordo!>>
<< Prima o poi me lo dirai>>
<< Forse…>>
<< Promettimi che prima o poi me lo dirai!>>
<< Ti prometto che prima o poi te lo dirò…più poi che prima, però>>
<< Ma lo sai che sei anche simpatica?>>
<< Anche? E quale sarebbe quella mia altra qualità?>>
<< QuellE tuE altrE qualità… parlerei al plurale se fossi in te!>>
<< Allora...quali sarebbero?>>
<< Bella..anzi stupenda, intelligente, dolce, aggraziata, elegante, femminile…potrei continuare all’infinito>>
Restammo su quella panchina a parlare per ore…ci restammo fino a che Federico non guardò l’orologio e disse:
<< Le undici. Ora avrai sicuramente fame. E se non ce l’hai ti consiglio di fartela venire, perché io ce l’ho, e ho intenzione di portarti nel mio ristorante preferito e pretendo che tu mangi tutto!!! Antipasto, primo, secondo, contorno, dessert e frutta! E non una briciola di meno!>>
<< Ma non mangio mai così tanto!>>
<< Per stasera farai un’eccezione!>>
<< Non devi dirlo a me ma al mio stomaco!>>
<< Ok… non parlo molto bene lo stomachese ma ci proverò…>>
Appoggiò la testa sul mio ventre e cominciò a dire parole senza senso, dopo si mise una mano dietro l’orecchio e fece finta di ascoltare attentamente qualcosa. A me venne da ridere!
<< Cosa ridi tu?!? Parlare agli stomaci è una cosa seria, sai? Proprio ora ho finito di parlare con il tuo e l’ho convinto a lasciarti mangiare tutto stasera…>>
<< Fede, dai…>>
<< “Dai” cosa? Su che è già tardi per la cena, andiamo a prendere la moto!>>
Quel ragazzo era sorprendente…mi piaceva ogni secondo di più!
Mi alzai dalla panchina con tutta la grazia possibile e cominciai a camminare di fianco a lui…
<< Ehi così non va!>>
<< Fede…”così non va” cosa?>>
<< Resta ferma, non muoverti!>>
Non sapevo cosa avesse intenzione di fare, ma restai ferma comunque…
<< Guarda...guarda…è una cosa terribile!Tra me e te ci sono circa 20 centimetri di spazio! Sono troppi!>> E così dicendo mi attirò a sé e con la mano spinse la mia testa sulla sua spalla, poi mi guardò dolcemente e disse:
<< Ecco…io così sto molto meglio, e tu?>>
Io non risposi, mi limitai a sorridere, ma devo ammettere che anche io, si, anche io così stavo molto meglio…
Il ristorante era davvero carino, e il cibo ottimo… ma troppo!
Pareva quasi che Fede si divertisse ad ordinare quanta più roba possibile!
<< Fede, per piacere, per me basta!>>
<< Devo vederti implorare pietà!>>
<< Dai, non sono abituata a mangiare così tanto, potrei sentirmi male>>
Lui mi guardò sottecchi e sorrise…
<< Come vuoi tu…>>
Era passata la mezzanotte già da molto tempo.
<< E’ tardi, sei stanca?>>
<< Non direi, no.>>
<< A che ora devi tornare a casa?>>
<< Anche domani…mia madre ha raggiunto mio padre a Milano per il week-end…non c’è nessuno che mi controlla>>
<< Che figlia!!! – ridemmo - Bhe…se non sei stanca e abbiamo così tanto tempo voglio farti vedere una cosa…>>
<< Cosa?>>
<< Sorpresa…>>
<< Dai dimmelo!>>
<< No!>>
<< Perché?>>
Lui mi guardò maliziosamente e non rispose… cosa aveva in mente???
Uscimmo dal ristorante.
Non parlammo sulla moto per il semplice motivo che non riuscivamo a sentirci, e io ne approfittai per godermi quel momento abbracciata alla sua schiena. Non sapevo dove mi stesse portando, e per un attimo ripensai con agitazione alle parole di Luca, ma scacciai subito quel pensiero dalla mia testa. Quell’Honda rossa aveva da poco abbandonato la città, e ora sfrecciava libera e veloce verso le strade di periferia.
Man mano che avanzavamo i viali alberati e i prati pettinati lasciavano spazio alle rocce impervie della scogliera.
Ma dove diamine mi stava portando??????
Non so per quante ore rimanemmo sulla moto, ma albeggiava già quando ci fermammo.
<< Vieni>>
<< Dove?>>
<< Non preoccuparti>>
<< Come faccio a non preoccuparmi! Siamo quasi a strapiombo sul mare!>>
<< Strapiombo…no, guarda>>
E mi indicò una piccola strada diroccata che scendeva verso il mare che se non me l’avesse indicata non sarei mai riuscita ad individuare.
La discesa non fu certo di quelle che io definisco “facili” e ci saremmo potuti far male, ma Fede sembrava davvero conoscerla bene, mi indicava tutti i punti dove appoggiarmi e mi aiutava tantissimo.
Alla fine arrivammo su una piccola piattaforma rocciosa, levigata ai lati dal mare…eravamo così vicini all’acqua che se mi sporgevo potevo toccarla col braccio. Erano le quattro e mezza del mattino e il sole cominciava a dare i primi segni della sua esistenza…
<< Ecco…siamo arrivati!>>
<< Ehm…” siamo arrivati”? Cosa vuoi farmi vedere precisamente?>>
Fede rise, penso si aspettasse quella domanda…
<< Donna di poca fede! Sediamoci e aspettiamo>>
<< Aspettare chi?>>
<< Diamine come sei curiosa! Pazienta…>>
Ci sedemmo, senza dire una parola…quella situazione era davvero strana…chi cazzo dovevamo aspettare???
Ehmm…un attimo…cosa stava dicendo Federico??? Stava cominciando ad emettere strani suoni con la bocca…tipo come fanno le balene o i delfini…I DELFINI!!!
Rimasi inchiodata sullo scoglio incapace di proferir parola mentre sei delfini saltavano abilmente nell’acqua dando spettacolo a me e Fede.
Cavolo erano stupendi! Non avevo mai visto i delfini in vita mia!
Non c’erano parole per esprimere la bellezza di quelle pinne argentate che saltavano nell’acqua, illuminate dalla tenue luce rosata del sole che sorgeva appena…non c’erano parole…non c’erano parole davvero.
Non so che espressione avessi dipinta sul viso…ero sorpresa, estasiata, emozionata…ero…ero felice.
Fede dovette capire come mi sentivo, perché mi posò una mano sulla spalla e all’ orecchio mi sussurrò:
<< Ti piacciono?>>
Non riuscii a rispondere, ma lui ovviamente capii che mi piacevano eccome!
I delfini smisero di saltare, Fede li chiamò e loro si avvicinarono.
Penso, anzi, ero sicura, che non fosse la prima volta che Fede veniva là a vedere i delfini, perché questi sembravano riconoscerlo e si lasciavano accarezzare le pinne, e in più lui li chiamava per nome.
<< Vieni, accarezzali anche tu se vuoi, sono molto amichevoli, dai>>
Leggendomi negli occhi il timore e l’indecisione mi prese le mano e me la poggiò dolcemente sulla pinna di un delfino…era bagnata ma calda, e non viscida come poteva sembrare.
<< Questa è Shania, è incinta, partorirà a giorni, e quello lì è Flipper, come il delfino della televisione…>>
<< Come li conosci?>>
<< Ci vengo spesso. Penso che io sia l’unico a sapere della loro esistenza sotto questa scogliera…a parte te, ovviamente. Ora lo sappiamo in due.>>
<< E le altre ragazze?>>
<< Quali altre ragazze?!?!?!>> Sembrava offeso…mi intimidii.
<< Bhe…no, è che pensavo di….come dire>>
<< Sei la prima che porto qui se è questo che vuoi sapere>>
La stessa domanda che stavo per fargli sulla panchina ora mi ritornò in mente e mi uscì dalla bocca prima che potessi fermarla:
<< Perché proprio io?>>
Sembrò colpito da quella mia domanda…alzò lo sguardo dai delfini e mi fissò negli occhi.
<< Perché sei tu>>
<< Ah…questa è davvero un’ottima ragione>> Dissi sarcasticamente, e cercai di ritornare a concentrarmi sui delfini…la mano di Fede era ancora sulla mia, e me la strinse forte. Mi girai verso di lui e lo sorpresi a guardami intensamente. Lui non distolse lo sguardo. Non lo feci neppure io.
Cosa sono le emozioni? Nulla. Non puoi vederle,non puoi toccarle, non puoi ascoltarle…eppure sono così grandi che non puoi neppure distruggerle…Quello che sentii in quel momento guardando Fede negli occhi fu una di queste grandissima emozioni. Mi si seccò la gola, il battito del cuore accelerò, la mia mente correva come un cane che è stato tenuto al guinzaglio una vita e che viene per la prima volta liberato…la mia mente correva così…non sapevo dove stava andando e non riuscivo a fermarla. Essa correva…aveva raggiunto i meandri del cuore ed ora pensieri ed emozioni giravano assieme vorticosamente…l’amore…cos’è l’amore??
Se il giorno prima mi aveste fatto questa domanda non avrei saputo rispondervi…non conoscevo l’amore. Ma ora sapevo di per certo che l’amore era quello, che l’amore era quell’emozione che ballava instancabilmente con i tuoi pensieri nel petto e che non riuscivi a fermare...che ti confondeva e ti faceva sentire come mai avresti potuto immaginare di sentirti…
Mi spiace Luca…non ero riuscita a mantenere la mia promessa; mi ero innamorata...