Come hai iniziato a fare radio?
È sempre stata la mia passione, ne ho sempre ascoltata moltissima. Poi un giorno mi sono chiesto:”Bè, potrei provarci anch’io!”. Così ho suonato al campanello di una radio locale vicino a Firenze dicendo che non avevo esperienza, ma mi sarebbe piaciuto provare. Il direttore mi ha chiesto di fargli una cassetta per vedere come me la cavavo e poi abbiamo fatto un provino in radio. Il 13 settembre del 2000 sono andato in onda affiancando uno speaker più esperto di me. Devo dire che non è stato facile anzi: ero un po’ impacciato e poi erano passati due giorni dall’attentato alle Torri Gemelle e bisognava stare attenti al tono e alle parole. Dopo 4 mesi, il mio collega, Pietro, che mi ha insegnato tanto della radio, è andato via e io ho continuato a fare un programma di 4 ore da solo, non solo come speaker, ma anche come tecnico. Mi sono divertito come un matto: prendevo telefonate in diretta senza averle filtrate prima, chiamavo a casa della gente facendogli degli scherzi…
E poi sei approdato a ‘Radio Dimensione Suono ’ …
Dopo l’uscita dall’Accademia di ‘Operazione Trionfo ’, la mattina dopo sono venuto in radio come tutti quelli che uscivano dal programma. Il giorno seguente mi hanno chiamato dicendomi che sarei rientrato in Accademia la domenica successiva insieme a Tamara di ‘RDS’ per fare una diretta radiofonica. Gli ero piaciuto dalla mattina dopo l’esclusione. Dopodiché ho fatto dei provini, altre dirette dall’Accademia, finché il mio ingresso in radio non è diventato finalmente ufficiale. Ora sono “on air” il venerdì dalle 22 alle 24 e il sabato e la domenica dalle 20 alle 24.
Come ti prepari per la tua trasmissione?
Prima di iniziare mi studio la scaletta, dove sono scritte le canzoni che verranno trasmesse e i tempi tecnici. Faccio un po’ di ricerca su quelli che possono essere gli argomenti da raccontare (mi raccomando: mai leggere!), preparo le interviste agli artisti, ma essenzialmente improvviso. Il programma è live e grazie agli sms e alle
e-mail vengo ispirato dagli ascoltatori.
Che cosa vuol dire per te fare lo speaker radiofonico?
Far sentire meglio e divertire le persone che ti ascoltano.
Quali sono i pro e contro di questo mestiere?
I vantaggi sono molti: riesci ad avere un contatto con milioni di persone, impari a parlare, lavori in un ambiente divertente e poi sei super informato su tutte le novità musicali. Sugli aspetti negativi, non so che dirti, perché sono talmente entusiasta che per ora non ne vedo. Ne possiamo riparlare tra 10 anni?
Quali sono le doti che per te deve avere un conduttore radiofonico?
Deve far divertire chi ascolta, divertendosi anche lui. Non serve una voce particolarmente bella, ma la cosa importante è arrivare alla gente e questo lo puoi fare solo se c’è passione per quello che fai. Aiuta anche esser spigliato, vispo, reattivo e preparato, soprattutto in campo musicale.
Hai qualche aneddoto divertente da raccontarci?
Qui a ‘Rds’, visto che ho partecipato a ‘Operazione Trionfo ’, alcune volte mi fanno cantare in diretta. Quando stavo all’emittente privata ne succedevano di tutti i colori. Capitava che lasciavo il microfono acceso durante la trasmissione oppure chiamavano persone che richiedevano la canzone di “quella lì”. E io:”Quella lì, chi?” e dall’altra parte della cornetta:”Dai, quella lì!”. Alla fine mi toccava canticchiargli la canzone, sennò non se ne usciva!
Hai qualche consiglio da dare a chi vuole lavorare in radio?
Fare come ho fatto io. Presentarsi di persona alle emittenti piccole chiedere di poter lavorare, all’inizio anche gratis. È importante per farsi le ossa e per imparare tante cose da chi ha più esperienza di te. Magari ci si può andare anche con una cassetta già preparata. L’importante è “rompere le scatole”, perché mai nessuno verrà a bussarti alla porta, ed avere tanta passione e tanta costanza.
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[Modificato da Secretkeeper81 13/09/2005 15.25]